Squalifica Massimino: gli abbonati protestano

Dopo la pausa post-nazionale riparte il calcio che conta. Il Catania di mister Marino si troverà ad affrontare la favorita per la vittoria finale dello scudetto: l’Inter di Mancini, Adriano e Ibrahimovic. Ma quello che più preoccupa in questo momento i tifosi catanesi è la squalifica, a detta di molti giustificata, inflitta alla società di piazza Verga. Il Catania sarà così costretto a giocare i prossimi due turni in casa (rispettivamente contro Lazio e Torino) in campo neutro e a porte chiuse. Il giudice sportivo è stato costretto a squalificare il campo dopo gli incidenti che si sono verificati in occasione del derby siciliano Catania-Messina, disputato sabato scorso e a causa del ferimento di un agente di polizia. La società Calcio Catania, dopo essere stata diffidata per il comportamento dei suoi tifosi in occasione del derby contro il Palermo, paga il loro essere recidivi. Il capitano Pantanelli difende la maggioranza dei supporters e non giustifica l’accaduto. Il direttore generale del Catania Lo Monaco, un paio di giorni dopo l’accaduto, ha comunicato che la società Calcio Catania si costituirà parte lesa, perchè anch’essa vittima dell’ennesimo atto di vandalismo. Nessuna attenuante quindi per quei pochi tifosi che stanno tentando di rovinare gli sforzi fatti dalla società catanese e dalla città tutta per riapprodare, dopo oltre vent’anni di assenza, al campionato di massima serie.

Oltre al danno economico per la società del presidente Pulvirenti, che comunque non si è mai opposto alla decisione del giudice sportivo, e al danno d’immagine per la città, vi è una fortissima delusione per le decine di migliaia di tifosi abbonati che con quelle frange estreme della tifoseria, poco o niente hanno a che vedere. A tal proposito abbiamo intervistato diversi abbonati. Il sentimento comune è la rassegnazione, nessuno ha la forza e il coraggio di giustificare i gesti che hanno portato alla severa squalifica del campo. Molti trovano un pretesto per lamentarsi del prezzo dell’abbonamento, già altissimo di per sé, e alcuni pensano addirittura ad una causa nei confronti della società Catania Calcio per “non adempimento del contratto pecuniario”. L’idea del risarcimento pare un po’ azzardata, ma guardando i prezzi degli abbonamenti ci si rende presto conto di come le perdite economiche per gli abbonati siano notevoli. Un abbonato di tribuna A, che ha pagato il suo posto a sedere 930 euro, spende la media di 51 euro e 50 a partita, le partite che non potrà vedere saranno 2, quindi perderà la bellezza di 103 euro. Un abbonato di tribuna B, che ha speso 425 euro, perderà 47 euro. Gli abbonati di curva perderanno 30 euro. Per moltissimi tifosi la paura è quella di vedere il presidente Pulvirenti, vero artefice della promozione del Catania in serie A, vendere la società. Sarebbe una gravissima perdita per la squadra e per la città, soprattutto in questi anni, dove sono pochissimi i presidenti legati ai colori della propria squadra.

La speranza che questa squalifica sensibilizzi anche quelle frange radicali di ultrà c’è, perché in fondo tutti amano la squadra che sostengono allo stadio, il problema è che alcuni non hanno ancora capito bene come dimostrare questo amore. Perché in fondo ci stanno gli sfottò alla polizia, quelli alla squadra avversaria, i fischi e gli insulti agli arbitri. Ma la violenza è una cosa disgustosa, soprattutto se associata a uno sport che per milioni di famiglie in Italia significa gioia.

A quei tifosi che per oltre un mese e mezzo non potranno vedere il loro Catania possiamo soltanto consigliare di prenderla come Salvo, abbonato di tribuna B, “Finalmente la società avrà il tempo per rifare il prato del cibali che è indecoroso per una squadra di serie A”.


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