Quando la marca costa…

Ogni anno gli studenti devono presentare un piano di studi, scegliendo alcune materie per personalizzare il proprio percorso formativo, presentando un apposito modulo corredato da marca da bollo di 14,62 euro. Diversamente avviene in altre facoltà dell’Ateneo catanese. Ad esempio, ad Ingegneria le materie vengono scelte compilando un modulo cartaceo privo della famigerata marca. Stessa cosa succede ad Economia, dove la scelta delle materia si effettua direttamente on line al momento dell’iscrizione.

La domanda nasce spontanea: Perché noi paghiamo?
Semplicemente per il gusto di pagare, per rallentare ulteriormente il lavoro di segreterie con una vagonata di inutile carta!
Lo stesso modello adottato dalla Facoltà di Lettere e Filosofia è copiato da Lingue, unico caso, forse, in cui Lettere e Lingue si trovano veramente d’amore e d’accordo.

“E io pago!”, diceva il principe napoletano e non parliamo, per intenderci, di Gigi D’Alessio. Agli studenti, vittime sotto contratto dell’ennesima stangata da parte delle istituzioni, non resta che subire distrattamente e sentirsi discriminati. Ma ci sono persone che si chiedono il perché, che cercano di capire appieno il quadro generale in cui vivono. Sono queste le persone che fanno il famoso 2+2 (e non parliamo, sia chiaro, di una nuova riforma universitaria!), portando alla luce ingiustizie velate.

Nei prossimi giorni, partirà una petizione per l’abolizione della marca da bollo, che include la conseguente scelta delle materie opzionali mediante internet. Gli studenti avranno così a disposizione un tempo maggiore per seguire le varie lezioni, prima di scegliere le materie più adatte al proprio percorso formativo. È ingiusto e insensato pensare che gli studenti dei Benedettini, oltre ad avere una tassa che altri non pagano, debbano scegliere entro il 31 ottobre, quando le lezioni sono appena iniziate.

Gli studenti di Lettere e Lingue si uniscano, dimostrando una maturità che forse ai piani alti scarseggia.


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