Catena Fiorello ‘Picciridda’ adulta e matura

Traspare la sicilianità dalle parole del suo romanzo, ma anche una forte personalità, quella di una donna che, ringraziando Dio, è ‘nata senza camicia’.

 

Catena Fiorello, nota scrittrice, giornalista, autrice e recentemente conduttrice televisiva di una fortunata trasmissione chiamata Blog – Reazioni a catena, in onda nei mesi scorsi su Rai2, ieri è stata ospite della Facoltà di Lingue e Letterature straniere per presentare il suo ultimo romanzo, chiamato ‘Picciridda’.

 

Alla conferenza, tenutasi all’ex Monastero dei Benedettini, presso l’auditorium De Carlo, hanno partecipato il preside di Lingue, Nunzio Famoso, il professore Dolei, la professoressa Monastra ed il professore Guarino, oltre ad un numeroso seguito di appassionati e curiosi.

 

Lo sfondo del suo romanzo è proprio quello della nostra Sicilia, anche se Catena ha voluto precisare che la scelta è stata quasi casuale. Ci dice infatti che la preferenza sarebbe potuta ricadere anche in altri bellissimi posti della nostra penisola, ma forse, quasi inconsciamente, la scelta di parlare della nostra isola vuole rappresentare per lei un tributo alla sua terra, che le ha dato lo stimolo necessario per portarsi avanti nella vita. Difatti la scrittrice sottolinea come per la buona riuscita di tutti i suoi lavori, non solo di autrice di romanzi, abbia avuto un peso non indifferente il fatto di essere ‘nata senza camicia’. Il rimando non è casuale, dato che tale locuzione rappresenta anche il nome del suo primo romanzo, per l’appunto ‘Nati senza camicia’. Con questo vuole specificare che le condizioni non troppo propizie che la sua famiglia ha dovuto da sempre affrontare hanno potuto aiutarla a maturare, per fare delle scelte che in seguito si sono rivelate molto opportune per lei.

 

La copertina del suo libro presenta uno sfondo grigio sul quale si distingue una bambina vestita di rosso. Molto, a tal proposito, si è dibattuto su questa scelta. A qualcuno la figura ricorda quella già vista nel film Schindler’s list. In realtà il significato potrebbe essere lo stesso, dato che, come nel caso del film, la bambina subisce una violenza, sia fisica, per i maltrattamenti patiti, che psicologica, data la difficile situazione che ogni giorno è costretta ad affrontare, senza il sostegno dei genitori, scomparsi quando la nostra ‘picciridda’ aveva solo dieci anni. Tuttavia, allo stesso tempo, il colore del vestitino riesce a rivestire un’accezione positiva, poiché il rosso è anche il colore della speranza ed inoltre perché la scena della copertina rispecchia un momento felice della bambina, in occasione di una festa di paese. Sullo sfondo, inoltre, l’ombra della bambina riflette quella di una gallina, nera per il gioco di oscurità, nera anche perché simboleggia lo stato di una persona che riesce a distinguersi dal resto del ‘pollaio’, nel bene e nel male.

 

Nel caso di ‘picciridda’ l’accostamento è benevolo, poiché lei stessa con le sue forze riuscirà ad uscire da una situazione drammatica.

Un’altra considerazione della nostra scrittrice riguarda la scelta dell’ambientazione del suo romanzo. La preferenza ricade agli anni ’60, esattamente tra il 1961 ed il 1962. Tale periodo vuole ricordare un momento particolare per la nostra terra, in cui moltissimi italiani scelsero la strada dell’emigrazione. Questa è infatti una delle tematiche principali del racconto, un esodo che viene analizzato come fattore attivo, per tutti coloro che riuscirono a trovare un lavoro nel nuovo paese, ma anche come fattore passivo, per quelli che invece erano costretti a rimanere in casa, senza alcune prospettive di occupazione. ‘Picciridda’ fa parte di quest’ultima schiera di emigranti, ma non per questo ciò significa che lei non sia una persona attiva. Infatti, sebbene la tenera età, la bambina col tempo riuscirà ad acquisire una mentalità ed una maturità di una persona grande. Solo la nonna le sarà accanto, anche se un po’ instabile come persona.

 

La tematica principale del romanzo diventa, quindi, la volontà da parte della bambina di venir fuori da una situazione poco propizia, per cercare una vita migliore. Per questo ‘Picciridda’ sarà costretta anche a crearsi un suo mondo parallelo, per vivere i suoi sogni, come tutti noi.


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