Cinque anni di Cibicida

Immaginate quattro amici – Vittorio Bertone, Riccardo Marra, Emanuele Brunetto e Nicola Sezzi -, appassionati di “musica, cinema e poco altro”, che passavano le loro notti davanti a un paio di birre e qualche merendina a parlare della loro più grande passione e che con un po’ di sana follia e tanta voglia di fare hanno dato vita, ormai cinque anni fa, ad una webzine indipendente: Il Cibicida. Una sfida che li ha portati fin qui oggi con un vastissimo database ricco di recensioni, interviste, live reports, e di tutto quello che si muove silenziosamente, come dicono loro, “nel sottobosco discografico”. Ma nel giorno del compleanno della loro “creatura” lasciamo parlare direttamente loro.


Cinque anni sono passati dal vostro “esordio”, dall’inizio de Il Cibicida. Deve essere una grande soddisfazione per voi spegnere virtualmente queste cinque candeline. Come vi sentite?

Emanuele: A cinque anni un bambino ha ancora tanto da imparare. E, come un bambino, Il Cibicida dopo cinque anni è cresciuto ma può e deve crescere ancora, nutrendosi della passione di chi giornalmente ci lavora. Dal canto nostro, non possiamo che essere orgogliosi per quello che siamo riusciti a mettere in piedi contando solo sulla nostra passione.

 

Riccardo: Ci sentiamo più svegli, curiosi e segugi. Il nostro fiuto è migliorato; ora, sappiamo meglio come arrivare alla notizia musicale e cinematografica e darla con il massimo della sollecitudine possibile. Ci sentiamo una ‘voce’ e già questo non è poco.

 

Vittorio: Vorrei solo fare un po’ di spazio “nel soffiare le candeline” anche agli altri collaboratori/amici, che con il loro impegno hanno fatto sì che ilcibicida.com diventasse questa piccola-grande realtà che noi oggi festeggiamo. A tutti loro va detto un grande grazie.

 

Come è nato il vostro progetto, e che obiettivi vi siete posti in questi anni?

E: Il progetto è nato più per gioco che per altro. Volevamo trovare un modo per discutere e rendere partecipi altre persone delle nostre passioni. E quale miglior mezzo di comunicazione se non internet? Il resto è venuto da se, in un’evoluzione portata avanti giorno dopo giorno, mese dopo mese, cercando sempre di fare il meglio possibile, sbagliando a volte, ma accumulando esperienza allo stesso tempo. Gli obiettivi non sono mai stati troppo “distanti”, sempre qualcosa a portata di mano, ed a poco a poco siamo riusciti a raggiungerli praticamente tutti. Ma si sa, più avanti si va più difficile diventa la strada. Ci proveremo ancora.

 

V: È nato di notte perchè in fondo, siamo un po’ dark… Ci nutrivamo di merendine e pomodori secchi e di un insieme di altre porcherie che hanno distrutto il nostro organismo nonché le nostre coscienze. Probabilmente all’inizio avevamo solo paura di annoiarci troppo (sai come sono fatti i primi anni dell’università…), poi pian piano è cresciuta in noi la consapevolezza di poter aprire sempre più porte, prima a spallate, poi con le chiavi ed infine, girando semplicemente la maniglia.

 

R: Inizialmente non avevamo obiettivi forti, volevamo partire e basta. Sai, una webzine che parli di cinema e musica non è esattamente qualcosa di originale; quindi volevamo farlo in un modo diverso, approfondendo prima che informando. Tutto è venuto comunque strada facendo. Speriamo che, chi legge Il Cibicida, possa informarsi, ma soprattutto conoscere un’opinione, un punto di vista e dunque trovare un terreno di discussione.

 

C’è qualcuno tra i vostri live report più esclusivo o “raro” e di cui andate maggiormente fieri?

R: Tutti i concerti che abbiamo seguito fuori dalla Sicilia sono dei report ‘rari’ per l’informazione musicale catanese. Dalle nostre parti non c’è molto la cultura del racconto internazionale, ci si limita a vedere cosa succede dentro lo steccato. Per quanto mi riguarda credo che, il recente bis concertistico dei Pearl Jam all’Arena di Verona e poi al Forum D’Assago (Milano) nello scorso settembre, raccontato con le nostre penne ed i nostri scatti, sia stato un bel colpo. Basti vedere quante poche realtà on-line siano riuscite a realizzare qualcosa di simile.

 

E: Abbiamo stilato live reports di Pearl Jam, Cure, Marilyn Manson, Depeche Mode, R.E.M. e tanti altri. Ma direi che ad occhio e croce sono questi i nomi più importanti. Nulla di eclatante, ovviamente, per chi magari abita al nord Italia, ma un ragazzo che è cresciuto e vive come noi a Catania, può benissimo comprendere le difficoltà ed i costi cui si va incontro per assistere a concerti di questa portata. E’ anche e soprattutto per questo che ne andiamo fieri.

 

V: Di sicuro quello dei Cure a Taormina (agosto 2005), non solo per il concerto in sé che è stato superlativo, quanto per avere avuto la fortuna di poter assistere alle prove e di aver avuto Robert Smith a soli due metri di distanza…Ancora oggi se ripenso a quella giornata mi viene la pelle d’oca.

 

E’ nata da poco una sezione nuova di zecca in cui vengono recensite band emergenti. Quanto spazio secondo voi hanno i gruppi più “giovani” oggi? Qual è il modo migliore per scovare realtà interessanti, in particolare in quello che oggi si presenta come uno dei più vasti generi musicali, il cosiddetto “indie”?

R: La rubrica è nata da poco più di un mese e si chiama “Talent Scout”. Lì le piccole band possono dare informazione di sè e fare ascoltare qualche loro pezzo. Come scovare realtà interessanti? Essendo curiosi, scandagliando la rete, andando alle indie concept, sfogliando qualche rivista di settore. E poi, dicendola tutta, al momento sono state le band a cercarci, noi accettiamo sempre di ascoltare ed, eventualmente, recensire il loro materiale. Nei demo si trova sempre qualcosa di interessante, qualche guizzo.

 

E: Credo che tutto sommato i gruppi emergenti abbiano più spazio e possibilità di farsi conoscere adesso piuttosto che in passato; basti pensare ad internet ed al dilagante fenomeno MySpace. Noi come Il Cibicida abbiamo iniziato a recensire demo, ep ed album di gruppi emergenti sotto una forte spinta del “mercato”; era già da un po’ di tempo che ci pervenivano richieste di “ascolto e recensione” da parte di numerose formazioni locali e non, per cui abbiamo deciso di concedere un po’ di spazio anche a queste realtà sotterranee che, vale la pena dirlo, molte volte non hanno nulla da invidiare a più blasonati colleghi.

 

V: Spesso e volentieri bussano loro alla nostra porta e noi non dormiamo mai, quindi…

 

Avete intervistato sia musicisti che registi e attori. Come siete riusciti a “catturare” gli artisti più famosi e a strappare loro un’intervista? Qualche aneddoto o curiosità?

R: Ci siamo riusciti conservando faccia tosta, pazienza (soprattutto quando si aspetta fuori al freddo), ed un po’ di esperienza. Un aneddoto? Beh l’intervista fatta a Cristiano Godano (Marlene Kuntz) fu difficilissima: lui era in pullman da Catania ad Alcamo dove avrebbero dovuto suonare. Noi lo rintracciammo telefonicamente, ma la linea cadeva in continuazione a causa delle dannate gallerie. Ma fu gentile, ad ogni tentativo ci diceva: “dai, dove eravamo rimasti?”

 

E: Delle oltre 50 interviste che abbiamo pubblicato sulle nostre pagine, una buona fetta sono state effettuate via mail. Solitamente preferiamo un contatto diretto con l’artista, ci rivolgiamo quindi alle loro mail personali, bypassando così intermediari vari. Discorso diverso per quei casi, anch’essi numerosi, in cui abbiamo avuto modo di intervistare gli artisti di presenza, dopo un concerto o in altre occasioni. Ed è proprio durante questi “incontri” che si è dato luogo a qualche siparietto interessate, qualche scambio di vedute, una birra insieme, etc. Nel 99 % dei casi l’artista è un ragazzo come te, con cui condividi magari le stesse passioni.

 

V: Non abbiamo un modus operandi standardizzato. Alcune ci sono state proposte, altre le abbiamo fortemente volute, altre ancora invece, nonostante un placet iniziale non sono mai state portate in porto con nostro sommo rammarico. Aneddoti? Due su tutti: l’epistolario interminabile con Francesco C e le due ore al telefono con Diego Mancino. Entrambi hanno dimostrato una disponibilità al di fuori del comune ed il loro essere così “sinceramente cordiali” ha lasciato in me un ricordo davvero piacevole. In verità ci sarebbe anche l’aneddoto degli aneddoti da raccontare, una sorte di sberleffo posto in essere dal sottoscritto e da Emanuele ai danni del povero Riccardo: durante un’intervista telefonica ad una delle più importanti band italiane…altro non posso dirti anche perché è bello lasciare un certo fascino hemingwayano all’intera vicenda…

 

C’è qualcuno “irraggiungibile” che vorreste intervistare, e se sì chi?

R: Forse Giovanni Lindo Ferretti tra gli italiani e Robert Smith tra gli stranieri.

 

V: Chiaramente Robert Smith….

 

E: Tanti, troppi nomi mi passano per la testa. Su tutti direi Eddie Vedder, Billy Corgan, Brian Warner (aka Marilyn Manson) o Trent Reznor. Più che altro per un puro legame affettivo che mi unisce a questi artisti. Ma, come hai ben detto, sono da considerarsi pressoché irraggiungibili, non basta “appostarsi” qua o là, i filtri fra noi e loro sono davvero troppi da superare, e se non sei una testata famosa, il tutto è ancora più difficile. Delle volte anche il Rolling Stone ha difficoltà a farsi concedere una intervista, figuriamoci una webzine indipendente come Il Cibicida!

 

C’è qualche altro sogno nel cassetto da poter svelare, avete in mente dei progetti per il sito a breve scadenza? E poi come immaginate il Cibicida tra altri cinque anni?

R: Forse dal punto di vista della grafica qualcosa migliorerà, ma questo lo lascio dire al nostro webmaster Emanuele Brunetto. Poi vogliamo crescere ancora, essere più numerosi. In un futuro magari lasceremo la formula settimanale, per passare ad una specie di quotidiano. E poi, certo, registrare al più presto la testata.

 

E: Tanta roba ci frulla per la testa, bisogna solo trovare il tempo, le risorse (umane più che altro) ed il modo migliore per attuare il tutto. Fra cinque anni spero di trovarmi, insieme ai miei “colleghi”, dietro ad una scrivania ad organizzare il lavoro di una intera redazione, la redazione de Il Cibicida of course. L’ho sparata troppo grossa?!

 

V: Quotati in borsa… no scherzo! E poi diamine, tra cinque anni avremo 30 anni a testa!

 

 

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