Il centro e la destra

Il Centro

Le primissime ore del pomeriggio distendono su Villa Cerami una luce debole ed opaca, l’arco dell’entrata tuttavia, rimane come, al solito, di una bellezza unica.
È qui che il nostro viaggio fà tappa, nella sede dell’antica Facoltà di Giurisprudenza di Catania, per incontrare i ragazzi dell’associazione La Traccia, espressione giovanile del movimento Comunione e Liberazione.
Le nostre attese alla vigilia erano quelle di confrontarci con studenti moderati in cui l’alito diffidente ed appassionato della politica fosse assente.
O meglio, giovani che vivessero la politica in maniera forse più semplice e diretta d’altre realtà.
Le attese sono state ampiamente confermate dallo spirito giocoso e divertito dei nostri interlocutori un po’ sorpresi dalla visita e forse poco abituati a domande su temi così generali.
Ci accomodiamo nel “PuntAppunti”, luogo cardine dell’anima della Traccia a Giurisprudenza.

L’esordio è affidato a Giulia Saita, ormai ex-studentessa in procinto di laurearsi, che rappresenta per le più giovani una sorta di chioccia e coordinatrice dall’esterno.
“La nostra associazione ha rappresentanti uscenti ai consigli di Facoltà di Giurisprudenza, Lettere, Fisica e Chimica; per gli organi superiori due anni fa siamo saliti al Senato Accademico nella lista Unicentro di Lombardo (UDC).
Ma in generale non siamo legati a movimenti politici perché preferiamo lavorare in un ambito più specifico per l’Università.
A Giurisprudenza non è facile fare della politica con l’apartitismo, qui assistiamo ad una specie di lottizzazione del potere ed è anche per questo che i ragazzi s’allontanano dal momento elettorale. Il nostro obiettivo, al contrario è far conoscere sempre il lavoro svolto all’interno dei Consigli di Facoltà.”

Nancy Ventura è piena d’entusiasmo e voglia e questi elementi straripano nei suoi interventi:
“A differenza di altre Facoltà vorrei sottolineare l’importanza di “PuntAppunti”, luogo in cui chiunque può venire per recuperare appunti, dispense, sbobinature di lezioni differenti.
È una forma d’altruismo importante, è un servizio che garantiamo ogni Mercoledì dalle 8 alle 19 in un luogo in cui domina l’individualismo.”

Alessia Scibetta, la più vivace del gruppo, ci stordisce col suo entusiasmo e la sua solarità. Ma paradossalmente è anche la più tecnica di tutti in materia di riforma.
“La creazione del triennio della riforma Zecchino porta in seno un’ambiguità, da una parte avrebbe dovuto sostituire le vecchie lauree quadriennali, in realtà rimangono dei diplomi di laurea incompleti. Abbiamo assistito ad un taglio di programmi (procedura civile da 1500 a 500 pagine) che non lascia la possibilità di apprendere a fondo ed approfondire”.

Incalza l’appena arrivato Davide Arcidiacono:
“non sottovaluterei i bienni che si sono stati formulati ma tuttora sono previsti solo astrattamente”.
Davide si presenta come un ragazzo pacato e gentile, ma soprattutto ci appare molto legato a idee tradizionali.
“L’Università è nata come ricerca ed approfondimento della verità e deve rimanere fedele a questo suo compito storico, altrimenti c’è il rischio di non formare professionisti capaci di confrontarsi con le sfide attuali”.
Mi pare, ingenerale, che il rincorrere eccessivamente l’evoluzione potrebbe provocare una preparazione teorica insufficiente”.

La Destra

“Che cosa vuol dire fare politica di destra all’università? Oggi destra è tutela di valori di fratellanza, amicizia, tutela della cultura, elementi caratterizzanti di una comunità universitaria.”

A parlare è Mauro Nicosia ormai un veterano di rappresentanze politiche universitarie. La sua esperienza riesce ad emergere notevolmente già nelle primissime battute della chiaccherata con i ragazzi di Alleanza Universitaria, anima della destra e realtà dominante del proprio “schieramento”.
C’è da dire la verità, inizialmente la diffidenza del gruppo è stata decisa, un’intervista ad un movimento di destra fatta all’ ex Monastero dei Benedettini potrebbe inoltrarsi in terreni rischiosi e scomodi ed all’insegna della provocazione, questo Salvatore Angemi tende a sottolineare.
Ma poi il dibattito si è disteso con buon ritmo ed interesse.

L’impressione era quella di trovarci di fronte ad un gruppo forte e ben radicato nelle dinamiche universitarie e difatti le parole di Mauro lo confermano:
“Alleanza Universitaria è storicamente presente in tutte le Facoltà sulla base di nuclei attivi in tutti i giorni dell’anno che lavorano a prescindere dal momento elettorale.
Quest’anno abbiamo, tra i due organi, circa 300 candidati divisi in diverse liste che però convergono nel progetto comune targato Azione Giovani”.

Ed aggiunge:“La nostra presenza in tutte le Facoltà risponde a quel principio fondamentale di riuscire ad essere interpreti delle esigenze degli ambienti più diversi.
Tanto che,  tra i nostri candidati, abbiamo veterani, matricole e studenti del vecchio ordinamento. Posso anche dire che cerchiamo di studiare quasi scientificamente l’organizzazione delle nostre liste e dei nostri coordinamenti per rappresentare nel modo più democratico possibile le esigenze di tutti i comparti presenti all’Università”.

Poi lo abbiamo toccato in due temi più controversi e scorbutici da argomentare: l’Università d’oggi ed il rapporto tra movimenti universitari e politica nazionale, anzi più precisamente tra Alleanza Universitaria ed Alleanza Nazionale.

“Credo che l’attuale Università non sia a misura dello studente, costa troppo e si presenta settata nei confronti delle esigenze di una didattica che è delegata solo ai programmi di professori anziani. Sì, l’Università è vecchia ed i suoi programmi non considerano l’evoluzione della società degli ultimi 50 anni, base e fucina della mentalità dei giovani studenti d’oggi”.

“Il rapporto tra AN ed Alleanza Universitaria è meno forte di quanto si possa pensare, certo ci lega un fortissimo comune sentire ideologico ma non partitico. Nella mia discretamente lunga carriera politica universitaria non ho mai sentito pressioni da parte dei “grandi” nell’ottenere determinati risultati, ripeto ci accomunano le stesse idee ed il medesimo progetto ma “e come se fossimo tutti dentro la stessa casa che porta un solo nome e chi entra dentro lo fà perchè crede nelle stesse cose”

La palla passa a Rossana Marletta, Facoltà di Lettere e Filosofia. Anche lei, seppur alla prima esperienza elettorale, sottolinea “la difficoltà nel fare politica di destra in un Facoltà di Lettere storicamente di sinistra”.
“Mi piacerebbe rappresentare quella fetta di studenti che cercano un punto di riferimento di destra non sempre facile da trovare dentro queste mura”.

E sulla riforma del 3+2 si accende dicendo: “Scienze della Comunicazione appare come un clone di Lettere, stesse materie, stessi professori. Questi nuovi corsi di laurea non hanno le basi per formare lo studente al “nuovo” mondo del lavoro. Ci vorrebbe più specificità nei programmi con materie più tecniche e laboratori più efficienti”.

Poi è la volta di Salvatore Angemi, forse rispetto a Rossana le sue sono considerazioni più “politiche” e ci illustra la sua  corposa opinione sulla storica scarsa affluenza alle elezioni studentesche.
“Penso che il punto cardine della questione sia l’inefficiente informazione e la conseguente diffidenza che i ragazzi hanno rafforzato nei confronti della politica. Politica che è pensata sporca e poco corretta.
Non si deve confondere tra politica a livello nazionale e a livello universitario, sono due mondi distinti. Noi come AU abbiamo sempre cercato d’instaurare un rapporto diretto con i colleghi, vivendo l’università a tempo pieno. Ma la sensazione è che a partecipare alle attività politiche siano solo gli individui con la voglia di cambiare in meglio qualcosa. Si dovrebbe creare una cultura della politica che in Italia manca”.

Questa era la destra “pura” come i protagonisti hanno tenuto ad esaltare, quella destra che punta sul sociale, punta sui valori della fratellanza e del movimento comune.
Forse qualche slogano o simbolo di troppo ma molta, molta concretezza.

sul web:
www.alleanzauniversitaria.catania.com
www.azionegiovani.catania.org

 


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