Emergenza-casa, dibattito straordinario in aula «Tanti progetti e idee ma nessuna concretezza»

È l’inizio del 2015 quando un gruppo di consiglieri comunali catanesi chiede all’amministrazione di indire una riunione cittadina straordinaria per discutere dell’emergenza abitativa. Un allarme forte, nato da istanze sociali particolari, che probabilmente non convince Palazzo degli elefanti. Tant’è che il pronto soccorso dell’amministrazione sui problemi degli sfollati viene fissato per oltre un anno dopo. Questa mattina, infatti, i consiglieri comunali hanno incalzano l’assessorato ai Servizi sociali sulla questione casa. Nel frattempo la città ha avuto il tempo di assistere al tentato sgombero degli occupanti dell’immobile in via Calatabiano e a quello – riuscito, solo qualche giorno fa – per i residenti di via Furnari. «In questo periodo ho sentito molte proposte e molti progetti ma, onestamente, nulla di concreto è stato fatto», dichiara il primo firmatario della richiesta di consiglio straordinario Giuseppe Catalano (Articolo 4). 

«Centinaia di famiglie abitano nelle loro automobili o in luoghi che nulla hanno a che vedere con l’idea di casa. Abbiamo l’obbligo di darvi le risposte che attendete da troppo tempo», prosegue Catalano, che rivolge la sua interrogazione più ai componenti del comitato cittadino Casa X tutti, presenti ai lavori dell’aula – e poco prima a protestare in piazza Duomo -, che agli assessori presenti sugli alti scranni di Palazzo degli elefanti. L’assessore ai Servizi sociali Angelo Villari segue tutti gli interventi, appuntando alcuni punti del dibattito che si snoda sull’analisi degli strumenti per fronteggiare l’allarme abitativo e sulle possibilità che si intende offrire in futuro alle famiglie in difficoltà.

«Sappiamo che il Comune non ha i soldi necessari per costruire nuovi alloggi e forse non c’è nemmeno questa necessità – aggiunge Catalano – considerato che ci sono centinai di immobili comunali vandalizzati, da ristrutturare e assegnare a chi ne ha bisogno». La proposta trova d’accordo il collega di maggioranza Lanfranco Zappalà (Pd) che propone all’assessore competente di prendere in considerazione «l’opportunità di ristrutturare e rendere fruibile Palazzo Bernini. Un edificio molto grande, del tutto abbandonato», spiega l’esponente del Pd. Che dal 2014 chiede a Palazzo degli elefanti un intervento per evitare l’irreversibile processo di degrado dello stabile. 

Accende il dibattito il componente del gruppo Grande Catania – uno dei più presenti in aula – Sebastiano Anastasi, vicepresidente della commissione consiliare al ramo. «Voglio ricordare all’amministrazione che gli alloggi popolari c’erano anche nell’800», dice Anastasi. Che attacca: «Perché il nostro primo cittadino Enzo Bianco, che ha tante autorità pronte a omaggiarlo a Roma e in Europa, non racconta le difficoltà dei catanesi?». Sull’onta dell’agone politico prende la parola anche il capogruppo di Anastasi, Giuseppe Castiglione che chiede alla giunta: «Come investirete i 10 milioni guadagnati dalla vittoria sul contenzioso con l’Istituto per le case popolari?».

Le risposte dell’assessore Villari sono elusive e piuttosto brevi, con un accenno allo sgombero di via Furnari e con un attacco alla finanziaria che condanna gli enti pubblici a una progettualità risicata. «Preciso, ancora una volta, che lo sgombero di via Furnari è nato dall’emergenza di un edificio pericolante e insicuro per gli occupanti. Siamo intervenuti per tutelare le famiglie che, nei fatti, vivevano lì in maniera abusiva». «Lunedì l’amministrazione incontrerà i legali delle persone interessate per trovare insieme a loro una soluzione di lungo corso, quello che finora potevamo fare l’abbiamo fatto», continua Villari. Che ritiene l’abusivismo il cancro dell’emergenza abitativa. Nonostante agli abusivi di via Furnari il municipio avesse da poco anche inviato il kit per la raccolta differenziata. «Dobbiamo certamente garantire i diritti e per farlo sono necessari contesti di legalità. Alcuni alloggi abusivamente occupati vengono gestiti dalla mafia questo non è accettabile», precisa Villari. Che nel futuro vede la ristrutturazione di 1200 alloggi, l’attivazione del buono casa e la creazione dell’agenzia sociale della casa.


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