È durata due giorni l'occupazione dello stabile dell'istituto Ardizzone-Gioeni, inutilizzato da circa 20 anni. Stamattina la polizia è entrata nell'edificio e tre persone sono state portate in questura. «Così non si risolve il problema», lamenta il comitato Casa x tutti. Il commissario dell'ente si dice disponibile a un incontro
Via De Felice, sgomberato il palazzo occupato «Emergenza casa non è problema di sicurezza»
Due sgomberi in meno di sette giorni nella settimana in cui l’emergenza abitativa sembra essere entrata nel dibattito pubblico, con tanto di consiglio comunale sul tema che però non ha portato ad alcuna soluzione. Dopo lo sgombero di martedì degli abitanti di via Furnari, stamattina alle sette agenti di polizia sono intervenuti in via De Felice 48, nello stabile di proprietà dell’istituto Ardizzone-Gioeni occupato sabato. Un dispiegamento di forze minore rispetto a quello visto pochi giorni fa, ma stavolta tre persone sono state condotte negli uffici della polizia e sentite dalla digos.
A supportare la nuova occupazione è il comitato Casa x tutti, che ieri ha organizzato un pranzo sociale e oggi avrebbe dovuto tenere davanti allo stabile una conferenza stampa sulla questione. «È molto grave che ancora una volta l’amministrazione intervenga attraverso la questura», affermano i referenti del comitato. «È grave anche che si faccia dell’emergenza abitativa soltanto un problema di ordine pubblico». Secondo gli attivisti «così non si risolve il problema. Anzi: si aggrava, si alimenta». Un circolo vizioso che sembra non avere soluzione, dato che le uniche porte aperte da parte dei responsabili dei Servizi sociali in caso di emergenza sono l’assegnazione di un bonus per il pagamento degli affitti (250 euro, per contratti che devono essere necessariamente in regola) e la sistemazione provvisoria in strutture alberghiere.
Il progetto di occupanti e attivisti avrebbe previsto «un’opera di recupero di questi oltre 30 appartamenti – spiegano – Stavamo avviando un calendario di lavori e quando è arrivata la polizia c’erano solo cinque persone che stavano iniziando a lavorare». L’edificio, sottolineano, «è abbandonato da più di vent’anni e la fondazione non ha progetti di recupero e di utilizzo. È chiuso e destinato probabilmente a rimanere tale». Eppure «per Catania potrebbe essere una risorsa. È così grande che potrebbe essere utilizzato in diverse maniere».
La denuncia per occupazione abusiva è partita dal commissario dell’istituto, Giampiero Panvini. «Siamo stati informati sabato pomeriggio – racconta – e ho dato mandato di avvertire la polizia, che era già stata allertata. Poi ho formalizzato la denuncia». Proprio in questi giorni partirà «l’avviso pubblico per la vendita o l’affitto del palazzo», continua il commissario, che si dice meravigliato per la coincidenza dei tempi. «Che un edificio pubblico rimanga chiuso per così tanto tempo non è pensabile», lamenta Panvini, commissario dell’ente da circa 40 giorni.
«Sono disponibile a incontrare i rappresentanti del comitato – afferma Giampiero Panvini – hanno la mia piena solidarietà, anche se non condivido il metodo. La loro protesta ha un senso, ma potevano farla magari in maniera diversa». «Di certo continueremo a muoverci – assicurano dal comitato Casa x tutti – domenica 28 terremo un’assemblea sul tema casa. La città sente il problema, gli unici a non avvertirlo sono i componenti dell’amministrazione. Che, probabilmente, non sanno come rispondere».