Il rosa del gruppo Catania 2.0 somiglia al fucsia di Italia viva, il partito lanciato dall'ex presidente del Consiglio Matteo Renzi. I soliti sussurri dei corridoi dicono che Giuseppe Gelsomino, Francesca Ricotta e Mario Tomasello stiano ragionando sul futuro
Consiglio comunale, spunterà il gruppo Italia viva? Fibrillazioni dalla Leopolda a Palazzo degli elefanti
Lo si potrebbe chiamare «effetto Leopolda». Quella fibrillazione per cui, di ritorno dall’ex stazione diventata crocevia del centro che si allontana dalla sinistra, a chi la prova viene voglia di cambiamento, di rottamazione dei simboli. Da Firenze a Catania è un attimo pure senza alta velocità. Anche perché, nel caso in cui ci fosse da modificare un logo in Consiglio comunale, il colore di partenza sarebbe più o meno simile a quello di arrivo. Il rosa di Catania 2.0 già somiglia al fucsia di Italia viva, il partito lanciato dall’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi.
Mentre il rottamatore dei democratici lancia la sua sfida centrista, i renziani non stanno a guardare. Alla Leopolda c’erano in tanti, compreso il deputato regionale Luca Sammartino al quale tanti gruppi locali, come quello etneo di Catania 2.0, fanno riferimento. Lui, l’onorevole Sammartino, non ha ancora sciolto le riserve. Mentre la sua compagna politica di sempre, Valeria Sudano, è già a tutti gli effetti una senatrice di Italia viva.
Giunge voce che nel capoluogo toscano ci fossero anche degli inviati dalla sala consiliare di Palazzo degli elefanti, arrivati a Firenze per comprendere meglio quale strada Renzi voglia imboccare e con che marcia. Così, dicono i sempreverdi bene informati, Giuseppe Gelsomino, Francesca Ricotta e Mario Tomasello, eletti al senato cittadino con il gruppo sammartiniano Catania 2.0, sembra stiano ragionando sul cambio di insegne a Palazzo degli elefanti e nelle circoscrizioni del capoluogo etneo. Non sarebbero del resto i primi, in Italia, ad avere fatto un percorso del genere. Da Varese a Siracusa, i renziani si sono già organizzati.
A Catania non ci sarebbe neanche l’effetto di fare venire meno il gruppo del Partito democratico: i dem non avevano il loro simbolo tra le liste presentate alle ultime elezioni amministrative, preferendo le liste civiche a sostegno dell’ex primo cittadino Enzo Bianco. Dai diretti interessati non arrivano commenti, a dispetto delle smentite risalenti a settembre. Soltanto la conferma di una riflessione in corso. Anche se, dicono, ancora alle fasi embrionali.