Si allarga il focolaio alla Pfizer, c’è un terzo positivo Era già a casa dopo contatti con il collega deceduto

Ancora un caso di positività al tampone faringeo tra i lavoratori dello stabilimento di Pfizer a Catania, l’azienda farmaceutica americana. Secondo quanto accertato da MeridioNews il contagio riguarda un dipendente che aveva avuto contatti diretti con il collega di 52 anni deceduto il 16 marzo e primo accertato positivo al Covid-19 nello stabilimento etneo. Il lavoratore, proprio per questo motivo, si trovava già in quarantena domiciliare obbligatoria. Negli ultimi giorni, ha manifestato febbre e altri sintomi compatibili con il virus, per cui è stato sottoposto al test che oggi pomeriggio ha dato esito positivo. Attualmente si trova in isolamento a casa.   

Non c’è un numero ufficiale da parte dell’azienda ma pare che, nei prossimi giorni, arriveranno altri risultati di tamponi già effettuati su altri dipendenti. Il secondo caso di positività, in ordine cronologico, è stato quello di un lavoratore di 22 anni, adesso ricoverato all’ospedale San Marco di Catania. Insieme a quest’ultimo è risultata affetta da Covid-19 pure la moglie. Anche lei poco più che ventenne è stata trasferita nel nosocomio etneo, dopo un peggioramento delle sue condizioni di salute. 

Il 22enne non si trovava in quarantena perché non lavorava a contatto con la vittima che era, invece, un addetto al controllo della documentazione. Quest’ultimo aveva cominciato a stare male il 6 marzo, giorno che era coinciso con l’ultimo passato nello stabilimento della zona industriale. Successivamente, il 13 marzo, era stato preso in carico dall’ospedale Cannizzaro con sintomi compatibili al coronavirus: febbre e tosse. Dopo la positività al tampone e il decesso, sono scattati i provvedimenti per cercare di contenere il contagio nell’azienda di via Franco Gorgone. A partire dalla quarantena per coloro che con lui avevano avuto contatti. Come l’uomo sulla cinquantina la cui positività è stata accertata proprio questo pomeriggio. 

In un clima di paura generale, ormai da due settimane, è in corso un braccio di ferro tra sindacati e la dirigenza di  Pfizer. L’ipotesi del blocco per due settimane della produzione è tramontata e, al momento, si continua a lavorare ma a ranghi ridotti e con diverse persone in smart working. All’interno dello stabilimento, che in Italia conta anche quelli di Ascoli Piceno e Aprilia, vengono prodotti farmaci particolarmente importanti come antibiotici ad ampio spettro e antitumorali. Un prossimo incontro tra le sigle sindacali e i vertici aziendali è già in programma per venerdì. 


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