Incendi, da Regione cinque milioni per risarcire agricoltori Feltri: «Un’elemosina sufficiente solo alle grandi aziende»

«Il governo Musumeci è ancora una volta al fianco degli agricoltori, in questo caso di quelli che hanno dovuto subire danni anche gravi dagli incendi dell’estate scorsa. I finanziamenti trasformano in atti concreti gli impegni che avevamo preso con il settore mantenendo quanto promesso». Parole trionfali quelle che l’assessore regionale all’Agricoltura Toni Scilla affida a una nota diramata dai canali ufficiali della Regione Siciliana. Un sentimento non condiviso a pieno da parte dei diretti interessati, gli agricoltori, che dovranno spartirsi un finanziamento totale di cinque milioni di euro per «il ripristino o la ricostruzione di strutture come fabbricati rurali e opifici, interventi della stessa tipologia ma per opere aziendali, come funzionalità delle strade e sistemi di drenaggio, e infine, la ricostituzione delle cosiddette “scorte vive”, per l’acquisto di animali», per usare ancora i termini della nota.

Cinque milioni ricavati dalla sottomisura 5.2 del Psr 2014-2022 ai quali non tutti potranno accedere, visto che saranno erogati sotto forma di bando, che andrà a finanziare solo i progetti che risponderanno a tutte le caratteristiche richieste. «La Regione dimostra di non avere nemmeno contezza dei danni reali subiti dalle aziende – spiega a MeridioNews Emanuele Feltri, agricoltore paternese che la scorsa estate ha visto buona parte dei suoi terreni andare in fumo, tanto da essere stato anche sentito dalla commissione parlamentare che si è occupata di valutare le misure da prendere per aiutare la categoria – Cinque milioni di euro sono un’elemosina, non bastano neanche per una cinquantina di agricoltori e dovrebbero servire anche alla sistemazione delle strade, il reimpianto degli uliveti, l’acquisto degli animali. Non possono soddisfare neanche in minima parte il danno subito da tutta la Sicilia, eppure questo bando viene presentato come una promessa mantenuta».

Eppure le richieste e le proposte degli agricoltori erano state altre. «A fronte anche di una serie importante di incontri tra noi agricoltori e rappresentanti dell’Ars il governo se n’è uscito con una risposta privatistica – continua Feltri – Può andare bene per le grandi aziende, ma l’ottanta per cento degli agricoltori siciliani non è nelle condizioni di anticipare i soldi, pagare un ingegnere, insomma, partecipare a un bando del genere. Avevamo chiesto di dare ai comuni la possibilità di accedere ai Psr, rendere pubblici i consorzi idrici falliti per cercare di contrastare l’emergenza legata alla siccità, di rendere pubblica la gestione dell’agricoltura. Il territorio rurale ha proposto degli interventi funzionali di sistema, non contentini economici. Abbiamo presentato delle istanze e delle richieste reali. Sarebbe stato più dignitoso dire che non sono stati in grado di reperire questi fondi oppure dire che non ci sono».

Secondo l’agricoltore infine, la mancanza di interventi concreti potrebbe alimentare un circolo vizioso in grado di spianare la strada anche a problematiche come quella della desertificazione e degli incendi. «Nella valle del Simeto siamo passati dalla disperazione all’incredulità, dopo che a settembre abbiamo avuto le risposte che abbiamo avuto, aspettavamo che si concretizzasse qualcosa di meglio – conclude – E non siamo neanche nelle condizioni di fare una battaglia per questo. Nelle nostre contrade molti agricoltori hanno deciso di abbandonare i terreni. E questo significa altri pascoli abusivi, altre terre incolte e altri incendi. Se non abbiamo strade, se non abbiamo acqua irrigua, come possiamo rialzarci?».


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