La maggioranza di Bianco dopo il voto in Consiglio Alleanze a corrente alternata e Articolo 4 decisivo

Uno scacchiere in continuo mutamento, le cui caselle non sempre vengono occupate dagli stessi interpreti. La partita in questione non si gioca con re, donne e torri. Dentro l’aula consiliare di Palazzo degli elefanti i protagonisti decidono presente e futuro politico del sindaco Enzo Bianco. I consiglieri comunali, dopo il voto favorevole al piano di rientro di ieri, forniscono l’ultima versione della maggioranza che sostiene il primo cittadino. Passati tre anni dalla vittoria e con i freschi giuramenti di fedeltà alla città, il primo cittadino si ritrova con i gruppi che lo hanno portato all’elezione nel 2013 che a conti fatti gli hanno fornito meno consenso

Su tutti spiccano i numeri del Partito democratico. Due su sei rappresentanti dem hanno scelto di votare . Si tratta di Giovanni D’Avola e della presidente del Consiglio Francesca Raciti. Il primo è stato sfiduciato da alcuni colleghi di partito dal suo ruolo di capogruppo a maggio scorso, con una scelta che ha portato ll Pd catanese nel caos. L’ultima votazione ha registrato l’assenza in aula di Niccolò Notarbartolo, Ersilia Saverino, Antonino Vullo e Lanfranco Zappalà. Per Bianco non è andata bene nemmeno se si guarda al gruppo collegato al nome della sua lista civica, Con Bianco per Catania. Aspettative disattese con i consiglieri Elisabetta Vanin, Carmelo Sofia, ed Elena Ragusa tutti e tre assenti dalla sala consiliare. C’erano, invece, Francesco Petrina e Alessandro Porto: il primo ha preferito astenersi, mentre il secondo, con un passato nell’Mpa, ha votato

C’è uno zoccolo duro che sostiene il sindaco? Sì, quello del movimento politico di Articolo 4. Ufficialmente confluiti dentro il Partito democratico, i consiglieri di questo gruppo fanno riferimento ai deputati regionali Luca Sammartino e Valeria Sudano. Entrambi hanno preso le redini della creatura politica costruita del defunto Lino Leanza, ex braccio destro di Raffaele Lombardo. Il voto in aula è stato compatto con sei consiglieri che hanno scelto di votare l’approvazione del piano di rientro. Si tratta di Giuseppe Catalano, Rosario Gelsomino, Antonino Manara, Giuseppe Musumeci, Beatrice Viscuso e Nuccio Lombardo. Quest’ultimo con ogni probabilità presto si dimetterà per andare a ricoprire il ruolo di assessore. Una scelta, quella di nominarlo, fatta da Bianco due giorni prima della votazione del piano di rientro, per andare a occupare la casella lasciata vuota dall’ex assessora Angela Mazzola a inizio maggio. Lombardo aveva chiesto «più coinvolgimento» per il suo gruppo. Così è stato. 

L’altro gruppo vicino al deputato Sammartino, Catania 2.0, non si è comportato nello stesso modo di Articolo 4. Il voto favorevole è stato quello di Giovanni Marletta, assente Salvatore Giuffrida, astenuto Tuccio Tringale. Continuano a fare parte della maggioranza i rappresentati del Megafono di Crocetta. Erika Marco, Daniele Bottino e Francesco Trichini che hanno sostenuto il documento contabile. C’è poi Catania futura, movimento vicino al deputato regionale Nicola D’Agostino e all’imprenditore Nico Torrisi. Quest’ultimo in corsa per la Sac ha ottenuto l’appoggio di Bianco per l’aeroporto, in aula i suoi con due esponenti su tre hanno sostenuto la maggioranza. Assente Agatino Lanzafame, favorevoli Carmelo Coppolino e Salvatore Spadaro

C’è poi il voto di Carmelo Sgroi del gruppo riconducibile all’eurodeputato Giovanni La Via. Nelle ultime settimane non erano mancate le polemiche per la scelta di Bianco di nominare dirigente l’ex segretario particolare di La Via, Giuseppe Ferraro. Ultimo a dare l’ok è stato Massimo Tempio. Eletto nel centrodestra è passato tra le file della maggioranza e al gruppo misto. A conti fatti su 23 presenti ci sono stati 21 votanti, 20 sì, un voto contrario – quello del consigliere Maurizio Mirenda – e l’astensione di Petrina e Tringale. Dati alla mano Bianco ha perso il controllo del suo partito in aula ma riesce ancora a godere dell’appoggio necessario, coinvolgendo sopratutto gli ex esponenti del centrodestra. Una polarizzazione politica che potrebbe garantirgli la copertura dell’intero mandato. 

L’altro gruppo vicino al deputato Sammartino, Catania 2.0, non si è comportato nello stesso modo di Articolo 4. Il voto favorevole è stato quello di Giovanni Marletta, assente Salvatore Giuffrida, astenuto Tuccio Tringale. Continuano a fare parte della maggioranza i rappresentati del Megafono di Crocetta. Erika Marco, Daniele Bottino e Francesco Trichini che hanno sostenuto il documento contabile. C’è poi Catania futura, movimento vicino al deputato regionale Nicola D’Agostino e all’imprenditore Nico Torrisi. Quest’ultimo in corsa per la Sac ha ottenuto l’appoggio di Bianco per l’aeroporto, in aula i suoi con due esponenti su tre hanno sostenuto la maggioranza. Assente Agatino Lanzafame, favorevoli Carmelo Coppolino e Salvatore Spadaro.

C’è poi il voto di Carmelo Sgroi del gruppo riconducibile all’eurodeputato Giovanni La Via. Nelle ultime settimane non erano mancate le polemiche per la scelta di Bianco di nominare dirigente l’ex segretario particolare di La Via, Giuseppe Ferraro. Ultimo a dare l’ok è stato Massimo Tempio. Eletto nel centrodestra è passato tra le file della maggioranza e al gruppo misto. A conti fatti su 23 presenti ci sono stati 21 votanti, 20 sì, un voto contrario – quello del consigliere Maurizio Mirenda – e l’astensione di Petrina e Tringale. Dati alla mano Bianco ha perso il controllo del suo partito in aula ma riesce ancora a godere dell’appoggio necessario, coinvolgendo sopratutto gli ex esponenti del centrodestra. Una polarizzazione politica che potrebbe garantirgli la copertura dell’intero mandato. 


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