Comunali 2019, chi ha vinto e chi ha perso la partita Sammartino sorride ad Aci Castello, Carrà si rilancia

Dove ci si aspettava una vittoria facile, così è stato. Dove ci si aspettava un testa e testa, l’incertezza ha prevalso quantomeno nella primissima fase dello scrutinio. L’esito delle elezioni amministrative in provincia di Catania ha rispettato i pronostici in tutti i quattro Comuni alle urne. Carmelo Scandurra ad Aci Castello e Salvo Chisari a Ragalna partivano da favoriti e già un’ora dopo l’inizio dello spoglio avevano virtualmente indossato la fascia tricolore. In entrambi i casi è il centrosinistra a poter esultare: Ragalna rimane in orbita dem vista la riconferma di Chisari, sindaco uscente legato al deputato regionale Pd Anthony Barbagallo. Lo sfidante Emanuele Motta, un tempo assessore del vincitore, non è riuscito a intaccare il consenso di cui gode Chisari in paese. Ad Aci Castello il presidente del consiglio uscente – uomo di Luca Sammartino – sbanca dall’alto della sua corazzata di sette liste, assemblata svuotando il vecchio centrodestra di Filippo Drago

L’ormai ex sindaco castellese si arrende assieme a Ezia Carbone, la candidata su cui si è consumata la rottura della maggioranza. Il suo nome, spinto oltre che da Drago anche dall’ex senatore Pino Firrarello e dal suo genero Giuseppe Castiglione, aveva avuto il via libera dal sindaco di Catania Salvo Pogliese – quando ancora era in Forza Italia – e da Fratelli d’Italia, Udc e autonomisti. La benedizione dei big verso la vicesindaca aveva, però, fatto scattare la fuga degli assessori in carica e di vari consiglieri uscenti verso Scandurra. Il neo primo cittadino di Aci Castello, ex Alleanza nazionale, ha così accolto la gran parte dei portatori di preferenze locali che mai avevano pensato di lasciare l’eredità di Drago a Carbone. A partire da leghisti ed ex forzisti, mimetizzati nelle liste civiche che stemperano l’impronta partitica del trionfo di Scandurra, comunque patrocinata dal dem Sammartino. La delusione non è solo affare di un centrodestra ridotto ai minimi termini: il Movimento 5 stelle, rappresentato dall’uscente consigliere Antonio Bonaccorso, non sfonda accontentandosi del terzo posto. 

Tutta un’altra storia a Motta Sant’Anastasia e Zafferana Etnea. Nel paese della discarica, Danilo Festa perde la resa dei conti con l’avversario di sempre, il primo cittadino leghista Anastasio Carrà. Non è bastato, per l’attivista dei comitati, allargare la base della sua lista ai centristi e a forze non assimilabili al background di sinistra del candidato. Carrà ha tenuto altissimo il livello dello scontro, ricevendo forse dalla trionfale visita di Matteo Salvini a Motta la spinta che ha definitivamente demoralizzato gli avversari. Ancora più importante, per il secondo mandato del sindaco, l’innesto che tanto aveva fatto discutere: l’assessore designato Gaetano Vitale, fedelissimo del deputato Sammartino, riceve centinaia di voti in ogni sezione. Il sostegno di provenienza dem a Carrà è sempre stato smentito da entrambe le parti, ma di fatto l’apporto risulta decisivo. Quasi ininfluenti le prove degli altri due candidati: Natale Consolicentrista anche lui vicino a Sammartino, e l’ex sindaco Carmelo Santagati. Con una vittoria che, inoltre, non è di misura, Carrà si rilancia anche in ottica Lega. Sarà difficile per i salviniani catanesi rinunciare o ridimensionare il ruolo del sindaco di Motta nelle gerarchie del partito.

Dura un’ora il sogno di Rosaria Coco a Zafferana: l’assessore Salvo Russo, sponsorizzato sia da Anthony Barbagallo che dall’assessore regionale forzista Marco Falcone, trionfa infliggendo alla fedelissima di Firrarello un distacco che supera i 500 voti. Davanti alla scelta fra la lista che più punti in comune ha con l’amministrazione uscente di Alfio Vincenzo Russo, Progetto Polis, e l’appello al cambiamento di Coco, il paese etneo ha preferito la prima opzione. Come ad Aci Castello, anche a Zafferana per il Movimento 5 stelle non arriva nessun exploit. Non è servita, alla candidata Melita Scuderi, la martellante campagna sulla ricostruzione post-terremoto di Santo Stefano che il governo nazionale si appresta a sostenere. Nelle frazioni distrutte dal sisma, a partire da Fleri, è Russo a fare incetta di consensi. Buona anche la prova dell’ex deputato Ars Alfio Barbagallo, candidato al consiglio con Rosaria Coco, ma il suo pacchetto di preferenze serve soltanto a contenere il tracollo dell’aspirante sindaca che aveva avuto anche l’endorsement di Salvo Pogliese. 


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