Etna, nella guerra delle escursioni interviene il Parco «Da valutare l’uso parziale della pista per i crateri»

Una nuova tegola per il Comune di Linguaglossa? Dal Parco dell’Etna potrebbe essere arrivate porte chiuse all’ultima soluzione-provocazione varata dall’amministrazione del sindaco Salvatore Puglisi riguardo il caso escursioni. Nelle scorse settimane la corrispondenza d’amorosi sensi che durava dal 2017 con il Comune di Castiglione di Sicilia, si è infranta sulla crisi senza fine della stazione turistica di Piano Provenzana. Anche quest’estate, infatti, le gite in fuoristrada ai crateri dell’Etna non sono mai partite. Da una parte l’effetto, più o meno ammesso dalle parti in causa, dell’inchiesta Aetna sugli appalti in montagna e l’impero imprenditoriale di Francesco Russo Morosoli. Dall’altra il mancato decollo del project financing da 23 milioni di euro che, nelle intenzioni dei sindaci, doveva essere l’exit strategy per replicare alle pressioni dell’Autorità Antitrust e garantire «nuovi investimenti». Dopo quel 30 novembre 2018, tuttavia, tutto è sembrato finire in un vicolo cieco.

Puglisi e Antonio Camarda, sindaco di Castiglione, ritrovatisi senza escursioni a ridosso delle estate, hanno virato sull’ipotesi di un ennesimo appalto ponte del servizio di trasporto ai crateri. Partner obbligati, i due Comuni, dato che l’unica strada d’accesso a quota 3000 risulta divisa a metà fra i due enti. Linguaglossa, dopo le vibranti proteste di piazza degli operatori turistici, ha spinto per varare un affidamento «lungo almeno sei anni» della strada, usando lo schema del regime autorizzatorio voluto dal Garante per «tutelare la libera concorrenza». Dare più licenze a tante imprese per «troppi anni», secondo Camarda, avrebbe però il significato di «non credere più al project, unica via di sviluppo per il territorio». Polemiche e comunicazioni azzerate, da allora. 

A quel punto Linguaglossa ha giocato la carta del «facciamo da soli». Decidendo di affidare le escursioni fino al proprio limite comunale, ovvero i 2500 metri di quota. Tanti saluti ai crateri, ma «almeno qualcosa si muoverebbe». Più o meno un modo per ributtare la palla nel campo di Castiglione, che per adesso ha scelto il «low profile» anche davanti «all’offerta di pace» presentatagli dall’assessore al Bilancio di Linguaglossa, Francesco Malfitana: «Facciamo l’appalto assieme, oppure vogliamo ancora regalare la supremazia al versante sud dell’Etna?», ripete in questi giorni l’esponente della giunta Puglisi. Senza per questo mollare il project che, tuttavia, secondo Linguaglossa va pesantemente riscritto.

Un rilancio obbligato, secondo i sussurri nel Comune vicino, data la nota della direttrice reggente del Parco dell’Etna, Tiziana Lucchesi. L’ente autorizza in ultima istanza le escursioni, compatibilmente con la loro sostenibilità ambientale. Ai sensi del decreto istitutivo, vanno mantenute le attività esistenti prima del Parco, come il trasporto alle zone sommitali. «La proposta di un uso della pista solo parziale, pur essendo compatibile con le attività esercitabili, pone la necessità di una valutazione appropriata sul modello dell’offerta turistica dell’intero territorio del Parco», scrive la dirigente. «Un falso problema – replica a MeridioNews Malfitana – perché in passato, durante un’analoga fase di stallo, il Parco autorizzò l’allora gestore uscente delle escursioni – la società Star del gruppo Russo Morosoli, ndr – a compiere queste miniescursioni. Perché oggi non dovrebbe andare bene?», si chiede l’assessore. Vista da Castiglione, invece, il Parco con l’articolata presa di posizione starebbe storcendo il naso davanti alle miniescursioni in jeep a quota 2500. La via maestra, per la giunta Camarda, resta il progetto di finanza presentato dall’Ati Etna Alcantara mobility, di cui è consulente l’ex presidente del parco dell’Etna Cettino Belliapista affidata ai privati in cambio di infrastrutture come una cabinovia e un ponte sull’Alcantara. 

Riceviamo e pubblichiamo dalla direttrice del Parco dell’Etna Tiziana Lucchesi:
Con riferimento all’articolo pubblicato il 6 settembre 2019 su MeridioNews e a chiarimento delle affermazioni dell’assessore Malfitana del Comune di Linguaglossa, si rende noto che l’autorizzazione che il Parco ha rilasciato alla Società Star in passato (per la precisione nel 2012 ed a cura di altra Amministrazione), consentiva alla STAR srl di Russo Gioacchino (Provv. n. 365 del 07-09-2012) l’attività di trasporto persone con mezzi fuoristrada per l’effettuazione delle escursioni ai crateri del 2002, utilizzando la pista rotabile di servizio agli impianti scioviari Coccinelle ed Anfiteatro interamente compresa in Zona “C-Altomontana”. 

L’attività era stata autorizzata in via sperimentale per un periodo limitato (sett.-15 nov. 2012) e per un numero limitato di percorsi nel tratto compreso fra l’arrivo della seggiovia Coccinelle ed Anfiteatro fino a quota 2380 m.slm interamente compresa in Zona “C-Altomontana”, pertanto era connesso e complementare al servizio assicurato con la seggiovia Coccinelle.

Si trattava, quindi, di una attività, puntuale e limitata, di completamento al servizio assicurato dall’impianto di risalita, senza incremento del carico antropico, ma con l’obiettivo di razionalizzare la fruizione di un’area limitata annessa a Piano Provenzana. Considerazione diversa va fatta per il mantenimento delle attività preesistenti relative al sistema di offerta di fruizione turistica alle zone sommitali dell’intero versante Nord dell’Etna.

Quello che l’Amministrazione del Parco sostiene e reputa oggettivamente necessario è che in alternativa alla proposta di un uso parziale della pista, pur compatibile con le attività esercitabili, si operi una valutazione appropriata del modello dell’offerta turistica dell’intero territorio del Parco dell’Etna.

Più che di un “falso problema”, come affermato dall’ass.re Malfitano, non informato evidentemente su quanto avvenuto in passato, si tratta piuttosto di voler rendere concreta, da parte del parco, una visione più sovra ordinata e rispettosa delle esigenze di tutti i Comuni che fanno parte del territorio del Parco, per un modello di crescita e di sviluppo unitario.


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