Vendita del Catania, domenica la sfilata della tifoseria Intanto la ditta dei bus decide di sospendere il servizio

«Chi rimane a casa ha già accettato il patto verso il declino e la conseguente scomparsa. Vogliamo continuare a esistere. Liberate il Calcio Catania». Un messaggio chiaro e senza giri di parole, pubblicato sulla pagina Facebook La domenica allo stadio, tradizionale punto di ritrovo digitale di tifosi e ultras dei rossazzurri. Questa volta però l’appuntamento esige una presenza in carne e ossa. Al centro della vicenda c’è il corteo di domenica, alle 11, con partenza da piazza S. Maria di Gesù e arrivo a piazza Roma. L’ultimo appuntamento di questa portata risale al 2015, quando la società sprofondo nel vortice dell’inchiesta Treni del gol

Al centro delle polemiche resta il patron Nino Pulvirenti e una società che deve fare i conti con presunti debiti e un complicato capitolo legato alla vendita. La prima trattativa, quella con l’imprenditore Raffaello Follieri, pare essere sfumata per volere dello stesso patron ed ex presidente Pulvirenti. La società adesso, come riportato nei giorni scorsi da La Sicilia, avrebbe intavolato un dialogo con un gruppo di imprenditori italo-americani sui quali, almeno per adesso, non si conoscono ulteriori dettagli. Di sicuro c’è che tra i rapporti contrattuali stipulati con imprese ed enti pubblici il Catania ha un bel lavoro nel fare fronte ad alcune situazione debitorie.

Tra gli ultimi a mettersi di traverso la società Pappalardo transport, azienda siciliana che per 25 anni si è occupata di trasportare i giocatori rossazzurri lungo le strade italiane. «Abbiamo temporaneamente sospeso il servizio», conferma a MeridioNews Carlo Pappalardo, direttore dell’azienda. «Almeno per il momento sarà così», aggiunge. Alla base della scelta ci sarebbero le difficoltà del Catania nel riuscire a coprire le spese di viaggio, che per ogni trasferta «si aggirano intorno ai 1500 euro», precisa Pappalardo. Ma a quanto ammonta il credito? La cifra non raggiungerebbe il milione di euro, ma Pappalardo ha preferito non indicare il preciso ammontare: «Si tratta comunque di una somma importante», conclude.

La vicenda Pappalardo si somma a quella  targata World Service . Azienda dell’imprenditore etneo Arturo Magni, che da anni curava il servizio di sicurezza durante le partite. In questo caso il credito è superiore ai 100mila euro. Altro capitolo invece riguarda la Universal Pulizie srl. La ditta da alcuni giorni avrebbe sospeso le proprie attività all’interno dei locali del centro sportivo Torre del Grifo ma, contatta dalla nostra testata, non ha voluto rilasciare dichiarazioni sulla vicenda.

Le aziende private non sarebbero gli unici attori a bussare alla porta del Calcio Catania. A vantare un credito è anche il Comune di Mascalucia. Al centro della vicenda la realizzazione del centro sportivo Torre del Grifo, sorto proprio a Mascalucia grazie a una convenzione che ha concesso al Calcio Catania alcuni terreni in via Magenta. In cambio il Comune avrebbe beneficiato di opere secondarie di urbanizzazione. Oneri che in totale ammontavano a tre milioni di euro e il cui calcolo, ritenuto errato da parte del Comune, ha convinto la società a rivolgersi alla giustizia amministrativa. Tar e Cga hanno giudicato la cifra spropositata obbligando l’ente a un ricalcolo. In una storia già intricata il Comune decide di mettere sotto la lente d’ingrandimento una serie di tributi a carico del Catania. Somme per un milione e 300mila euro per Imu, Tasi e Tari che non sarebbero state versate. Contromossa che il Cga ha riconosciuto legittima decretando la compensazione delle somme tra dare e avere. «Da quanto mi dicono gli uffici – spiega il sindaco Vincenzo Magra a MeridioNews – vantiamo un credito che adesso si aggira intorno ai due milioni di euro, ma qualunque attività da noi intrapresa non ha sortito ancora alcun effetto». Il Catania ha sempre sostenuto la regolarità della propria posizione in merito alla vicenda. 


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