Concorsi truccati, convalidate nove misure interdittive Per l’ex rettore Pignataro il via libera all’insegnamento

Nove misure interdittive confermate, una revocata e la possibilità per l’ex rettore Giacomo Pignataro di esercitare la sua attività professionale fuori dall’ateneo di Catania (insegna Economia al dipartimento di Ingegneria gestionale del politecnico di Milano). Questa la decisione del giudice per le indagini preliminari Carlo Cannella dopo gli interrogatori di garanzia iniziati durante la prima settimana del mese. Unico ricorso accolto quello presentato dagli avvocati del prorettore Giancarlo Magnano di San Lio. Per tutti gli altri la misura interdittiva avrà la durata di un anno. I professori, tra cui l’ormai ex rettore Francesco Basile, erano stati sospesi il 28 giugno scorso nell’ambito dell’operazione Università bandita

Nel mirino della procura una presunta associazione a delinquere che si sarebbe occupata di «cucire su misura» 27 concorsi. L’inchiesta, almeno per il momento, riguarda 80 persone, tra cui anche il rettore dell’università La Sapienza di Roma Eugenio Gaudio. Al primo gruppo, composto da 66 persone, due giorni fa si è aggiunto un secondo troncone investigativo con 14 indagati. Tutti destinatari di un avviso di garanzia. Tra questi anche l’ex sindaco di Catania Enzo Bianco e l’ex assessore alla Cultura Orazio Licandro. Nei loro confronti i reati ipotizzati sono quelli di turbata libertà del procedimento e abuso d’ufficio

L’inchiesta della procura intanto continua a ritmi serrati, con segnalazioni di presunti illeciti provenienti da tutta Italia e diverse persone convocate negli uffici della Digos per essere sentite. Non si escludono, quindi, ulteriori colpi di scena. Intanto per 26 indagati – 12 inseriti nel primo filone e 14 del secondo troncone – la procura ha richiesto una proroga al termine delle indagini preliminari. Il documento risale al 23 aprile scorso ed è firmato dai tre magistrati titolari dell’inchiesta: Marco Bisogni, Raffaella Agata Vinciguerra e Santo Distefano. «Vista la necessità di proseguire l’attività istruttoria – scrivono – si chiede la proroga del termine di scadenza delle indagini preliminari nella misura massima consentita dalla legge».  

In questo clima infuocato, alle 14 di domani si chiuderanno i termini per le candidature alla successione dell’ex rettore Basile. Un voto in piena estate – la prima chiamata alle urne è fissata per il 23 agosto – che non ha fatto mancare le polemiche e i mugugni. Saltata l’ipotesi commissariamento, prospettata in parlamento dal Movimento 5 stelle e vista, almeno in un primo momento, di buon occhio dal viceministro Lorenzo Fioramonti, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha scelto di inviare alcuni ispettori. Il loro compito, però, non riguarderà le operazioni di voto ma soltanto delle generiche verifiche «contabili e amministrative». 

Il Miur ha spiegato al nostro giornale di non potere procedere al commissariamento dell’ateneo per mancanza di «fondamento giuridico. Secondo la normativa vigente, il ministero dell’Istruzione può commissariare un ateneo esclusivamente per casi di dissesto finanziario». Scenario che non trova d’accordo l’associazione Trasparenza e merito fondata da Giambattista Sciré: «Nell’ambito dei più generali poteri riconosciuti al Miur, e in particolare nel decreto luogotenenziale del 1944, al ministro è sempre possibile procedere, nel caso di gravi motivi e reiterate violazioni di legge, al commissariamento degli atenei (in quanto enti pubblici). L’autonomia universitaria, riconosciuta e tutelata dalla legge, non può mai degenerare in irregolarità e illeciti». Per il dopo Basile al momento c’è l’ufficialità di tre candidature. Si tratta dei professori Roberto Purrello, Vittorio Calabrese e Francesco Priolo.


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