Comunali a Ramacca, i candidati sindaco a confronto L’obiettivo: far sì che i giovani non lascino il territorio

Sono cinque gli aspiranti sindaci a Ramacca. La città del Calatino nell’ultimo anno è stata amministrata dal commissario Domenico Targia, dopo che, a ottobre dello scorso anno, il sindaco Pippo Limoli è stato sfiduciato in maggioranza dal Consiglio comunale. Limoli, politico dalla lunga esperienza tra le file del centrodestra, oggi ci riprova, ma senza il sostegno dei partiti. Chi dei simboli non ne fa mistero è Giuseppe Lanzafame, che durante la sindacatura di Limoli è stato presidente del Consiglio comunale, salvo poi votare la sfiducia all’ex primo cittadino. Lanzafame si candida con il sostegno di Forza Italia, FdI e Lega, con l’endorsement del deputato regionale Luca Sammartino, da poco entrato a far parte del partito di Matteo Salvini. La vicinanza dell’ex Italia Viva a Lanzafame ha creato un terremoto all’interno della Lega ramacchese. Il direttivo locale del Carroccio un mese fa si è dimesso dopo la scelta da parte della segreteria della Lega di sostenere Lanzafame piuttosto che Nunzio Vitale, come sarebbe stato pattuito già molti mesi prima. Gli esponenti cittadini della Lega insieme ad alcuni militanti del Partito democratico hanno da sempre espresso il proprio sostegno per Vitale: l’unità di intenti tra due visioni politiche apparentemente differenti è confluita nel movimento civico Bella Storia. Adesso Nunzio Vitale e Bella storia si candidano a governare la città. A provare a far superare i vecchi schemi politici è Teresa Corallo. Dopo la sua esperienza come consigliera comunale di opposizione, Corallo si candida come esponente del Movimento Cinque Stelle. Lontano da incarichi politici locali, ma con la voglia di tornare a dare una mano alla propria città è Salvatore Albelice. Imprenditore che ha abitato per tanti anni a Bruxelles, Albelice da quattro anni è tornato a Ramacca, a cui è pronto a dare la sua esperienza acquisita per tanto tempo fuori dall’Italia. Albelice ha militato anche in Forza Italia, ma oggi non si riconosce in nessun partito. Di seguito – rigorosamente in ordine alfabetico – le risposte dei candidati sindaco a MeridioNews. L’unico da cui non abbiamo ricevuto riscontro è Pippo Limoli.

SALVATORE ALBELICE

Perché ha deciso di candidarsi?

«Sono rientrato in Sicilia quattro anni e mezzo fa dopo che per tanto tempo ho abitato a Bruxelles. Quando sono tornato ho trovato una situazione drammatica. Volevo dare assolutamente una mano e quindi ho cercato in tutti i modi di dar vita a qualcosa che potesse coinvolgere diverse forze. Bisogna fare progettazione e poter usufruire dei fondi comunitari. Voglio coinvolgere soprattutto i ragazzi, fare gruppo e fare qualcosa di importante per la mia città. Così ho deciso di candidarmi».

Nel suo passato conta anche un’esperienza con Forza Italia. Perché oggi ha deciso di correre da solo, senza l’appoggio del partito?

«Ho rifiutato di essere candidato nel Pd alle amministrative. Mi sono ritirato dalla politica dopo il decesso di mia moglie, 4 anni fa. Tutti mi hanno deluso: compreso Forza Italia. Ci deve essere una rottura con il vecchio modo di amministrare. Questo vale anche in ambito locale. A Ramacca ci sono una ventina di persone che hanno gestito la cosa pubblica e adesso c’è un disastro. Adesso propongo qualcosa di chiaro, senza nessuno che possa dire cosa fare: non mi interessa essere sindaco se il giorno dopo non posso fare niente. Corro da solo per non avere condizionamenti. Voglio partire soprattutto dai giovani, che se gli viene data una speranza rischiano sempre di cadere nella delinquenza e criminalità. La colpa di tutto questo è di chi avrebbe dovuto gestire la città».

Da imprenditore ha messo al centro i posti di lavoro per i giovani. Qual è la soluzione?

«Imprenditore con la passione del giornalismo. Non c’è una soluzione immediata per risolvere tutti i problemi. Ho scritto un programma semplice, con pochi punti. Non credo ai programmi in genere, perché poi si rivelano una presa in giro se tutto quello che si dice non viene realizzato. Bisogna partire creando servizi. Noi siamo un paese agricolo, uno dei territori più vasti. Ma nessuno si è mai interessato di agricoltura. Oggi non possiamo essere competitivi con l’euromediterraneo, i prezzi non sono compatibili e rischiano di svalutare il nostro prodotto. Abbiamo nel carciofo il nostro prodotto di eccellenza, uno dei prodotti più conosciuti, oltre agli agrumi. Credo che piuttosto che guardare al Mediterraneo, dovremmo estendere il commercio verso il Nord Europa. Ho pensato che si potesse creare una piattaforma a Ramacca dove impiegare tanti giovani e, grazie anche alle mie conoscenze fuori dall’Italia, fare rete con i trasportatori stranieri per portare i nostri prodotti nei Paesi stranieri». 

La pulizia del territorio e la mancanza di acqua sono due punti con cui i Comuni devono fare i conti. Da dove cominciare per far sì che non diventino emergenze?

«Per la questione idrica, prima di esprimermi devo avere in mano i dati. Non so come hanno gestito i pozzi. Abbiamo una bolletta annua di 500mila euro, potremmo mettere dei sistemi fotovoltaici per dare energia ai pozzi qualora mancasse. Abbiamo quattro vasche di riserva per l’acqua che sono ferme dopo che mancava pochissimo per ultimare i lavori di rifacimento. Per quanto riguarda la pulizia del territorio, vedo che chi dovrebbe controllare non lo fa: c’è sporcizia da per tutto. Restando sempre sul tema della pulizia del territorio, vorrei far fare delle analisi nei terreni vicini a contrada Ventrelli. Si dice che qualcuno negli anni abbia sotterrato dei rifiuti ma nessuno ha mai controllato».

Politiche sociali e d’inclusione. Molti abitanti dei Comuni hanno bisogno di sostegni e servizi: soggetti con serie difficoltà economiche, cittadini con disabilità e stranieri che hanno bisogno di essere integrati per non finire ai margini del tessuto sociale. Quali possono essere delle misure fattibili, considerando anche i problemi economici degli enti locali? 

«Abbiamo una struttura in cui alloggiano una quarantina di persone provenienti dall’Africa. Vedo che hanno paura, non sono integrati, mentre dovrebbero esserlo. Per quanto riguarda le politiche sociali in generale, abbiamo diverse famiglie disagiate che aspettano di essere inquadrate dai servizi sociali. Per i ragazzi ci vogliono delle borse di studio che li incentivino a studiare e a restare qui. Studiare sarebbe anche un modo per creare cultura, visto che non c’è nulla. Dobbiamo impegnare i più piccoli con la cultura. Poi ci sono gli anziani: molti abitano da soli, sempre perché i servizi sociali non funzionano. Non si può pensare solo alle infrastrutture. Per cominciare a vivere meglio vorremmo piantare 100mila alberi su tutto il territorio. Alcuni proprietari terrieri sono favorevoli all’iniziativa».

Una volta eletto, ci sarà un punto e un settore che affronterà immediatamente?

«L’agricoltura è il settore che può creare i servizi. Affronteremo i problemi 24 ore su 24: non ho la bacchetta magica, ma sono convinto che il mio modo di gestire i problemi sia quello giusto per amministrare».


TERESA CORALLO

Perché ha deciso di candidarsi?

«Sono cresciuta con i ricordi bellissimi legati a questo paese e ci vorrei che i miei figli riuscissero a sviluppare i valori che io sostengo. Mi sono candidata al Consiglio. Sono stata la prima degli eletti e ho sempre avuto vicino a me gran parte dei cittadini ramacchesi. Non candidarmi sarebbe stato abbandonare quei cittadini che hanno creduto in me, Il mio gruppo mi ha scelto già cinque anni fa. Adesso mi sento pronta a candidarmi per portare avanti i miei principi».

Nell’ultima legislatura era consigliera all’opposizione, ma ha deciso comunque di non sfiduciare l’ex sindaco Pippo Limoli. Perché?

«Non ho firmato la mozione ma ho votato la sfiducia. In realtà sulla mozione di sfiducia c’è un percorso controverso: Limoli ha buttato fuori dalla maggioranza cinque consiglieri già all’inizio della sua sindacatura. I numeri in Consiglio cominciavano a cambiare, dovevamo attendere i due anni previsti dalla legge per la sfiducia, ma dopo i due anni i consiglieri erano disinteressati a sfiduciarlo. Forse dovevano sistemare le loro situazioni. Poi hanno presentato la mozione di sfiducia sei mesi prima della pandemia e, in quel momento, qualche domanda me la sono posta. In quel caso ho ritenuto che non era il caso presentare la sfiducia. Quando però il documento sottoscritto dai colleghi è arrivato in Consiglio comunale non potevo più esimermi dal non votarla: i punti non corrispondevano alla realtà». 

Ramacca ha un’economia fondata sull’agricoltura. Quali sono delle soluzioni immediate da apportare o da modificare nel settore, consapevole del contesto economico difficoltoso in cui si agisce oggi?

«Gestisco un’impresa agricola, conosco i problemi legati all’agricoltura e mi spiace che molti ne parlino solo quando ci sono le campagne elettorali. Abbiamo avviato il riconoscimento per il carciofo violetto ramacchese, poi è stato interrotto perché si considerava che il nostro carciofo avesse delle origini francesi. Adesso dobbiamo intraprendere questa valorizzazione dei nostri prodotti. Ci vuole un rapporto di cooperazione tra le aziende agricole. Dobbiamo riaprire il mercato ortofrutticolo dopo che Limoli lo ha chiuso. Agricoltura vuol dire anche controllo del territorio. Significa evitare che i raccolti possano andare perduti per eventi naturali o dolosi o che gli agricoltori non subiscano furti. Per far questo bisogna avere esperienza e avere una commissione che si occupi della gestione del settore anche con un coordinamento con le forze dell’ordine».

La pulizia del territorio e i disservizi idrici sono due punti con cui i Comuni devono fare i conti. Da dove cominciare per far sì che non diventino emergenze?

«Una buona amministrazione deve avere la lungimiranza di prevenirle le emergenze. Siamo al 75 per cento per la raccolta differenziata, significa che i cittadini sanno fare il proprio dovere. L’amministrazione deve offrire un ambiente pulito e curato. Bisogna saper garantire verde pubblico, anche impiegando i soggetti che percepiscono il reddito di cittadinanza attraverso i progetti di utilità collettiva (Puc). Il problema dei disservizi idrici è costante: tutti promettono pozzi o nuova rete idrica. Ci vuole una manutenzione costante perché, se aspettiamo l’emergenza. ci saranno problemi per i cittadini. Ramacca è stata in ritardo per i progetti da presentare per i intercettare i fondi europei. La nuova amministrazione deve fare progetti mirati. Non ci faremo trovare preparati».

Politiche sociali e d’inclusione. Molti abitanti dei Comuni hanno bisogno di sostegni e servizi: soggetti con serie difficoltà economiche, cittadini con disabilità e stranieri che hanno bisogno di essere integrati per non finire ai margini del tessuto sociale. Quali possono essere delle misure fattibili, considerando anche i problemi economici degli enti locali?

«Gli enti locali hanno ricevuto un aiuto dal reddito di cittadinanza, che ha agevolato tante famiglie. Ci sono 1088 famiglie che hanno ritrovato dignità e oggi possono andare a fare la spesa, soprattutto durante la pandemia, che economicamente già chi stava bene. È una misura sociale che andava istituita prima per tante famiglie. Le amministrazioni dovrebbero attivare i protetti Puc e rendere i soggetti utili socialmente. Riconosco che il reddito di cittadinanza va migliorato ma se si applica com’è fatto ma dà la possibilità di lavorare. Integrazione sociale: noi ramacchesi abbiamo un cuore grande, sappiamo come fare sentire a casa propria. Punto di partenza è rappresentato dalla scuola, è lì dove si insegna ai ragazzi dove sviluppare coscienza etica e morale.

Si pone come figura alternativa ai partiti e alla politica porta avanti in questi anni. Quale sarà un punto o un settore che ha un immediato bisogno di interventi?

«La mia figura è l’unica che si pone come alternativa, considerando che tra i miei i candidati, oltre al sindaco uscente, Lanzafame e VItale sono stato entrambi ex presidenti del Consiglio comunale. Bisogna intervenire in ambito economico e sociale. Ramacca è stata tra i Comuni a rischio spopolamento: i giovani se ne stanno andando e il tessuto economico sta morendo, inoltre nessuno ha pensato a snellire i processi burocratici: bisogna cominciare a a pensare a Ramacca sotto il piano dello sviluppo turistico. Abbiamo il patrimonio archeologico non valorizzato e un percorso turistico del Calatino che può creare posti di lavoro. Infine dobbiamo cominciare a valorizzare seriamente i nostri prodotti: il carciofo, arancia rossa e il pane, intraprendere una reale promozione di queste specialità».


GIUSEPPE LANZAFAME

Perché ha deciso di candidarsi?

«Perché non è più possibile vivere in un paese che non ha prospettive di crescita sociale, economiche e culturali. Ramacca ha visto negli anni disattendere promesse e proclami a discapito della cittadinanza. L’approssimazione delle ultime amministrazioni che si sono succedute negli anni ha prodotto esclusivamente lo spopolamento del paese e l’allontanamento sempre più dei giovani. È ora di cambiare per dare l’opportunità alle nuove generazioni di continuare a vivere nel proprio paese, bisogna ridare dignità alle famiglie ramacchesi, creare nuovi presupposti di crescita e migliorare servizi essenziali come: acqua, fognature, scuole, servizi sportivi, creando nuove opportunità lavorative. Perché bisogna rimettere al centro dell’attenzione il volano economico principale del nostro territorio: l’agricoltura. Nonostante le difficoltà, non ci lasciamo abbattere, perché l’amore per Ramacca è superiore a qualsiasi cosa ed è per questo che da anni mettiamo anima e corpo per progettare il nostro futuro a Ramacca e per Ramacca».

Nell’ultima legislatura, con Pippo Limoli sindaco, è stato presidente del Consiglio, come mai ha optato per la sua sfiducia

«La mia prima esperienza da consigliere comunale è stata tra i banchi dell’opposizione di un governo della città targato Pd dove il Sindaco era coadiuvato dall’attuale candidato sindaco Vitale (allora presidente del Consiglio), che alla successiva competizione elettorale è stato sonoramente bocciato dai ramacchesi. Successivamente mi sono candidato appoggiando l’ex sindaco Limoli per amministrare il paese, ma non ho mai avuto l’opportunità di farlo. Limoli, dopo meno di un anno, ha messo fuori dalla maggioranza il nostro gruppo composto da tre consiglieri comunali, deludendo così tanti giovani e tante persone che avevano creduto in noi e di conseguenza anche in lui. Ho svolto il ruolo di presidente del Consiglio rimanendo l’ultimo baluardo a difesa della democrazia rispetto al comportamento da despota del sindaco. Ha tramato per quattro anni per sfiduciare me, ma a essere sfiduciato è stato lui. Se 12 consiglieri su 15 hanno votato la sfiducia un motivo ci sarà stato.

Ha il sostegno di Fratelli d’Italia e della Lega, con l’appoggio dell’onorevole Luca Sammartino. Una grande punto di forza che richiede anche un senso di responsabilità, non crede?

La nostra è una coalizione civica ampia, composta da gente della sinistra buona e della destra buona. Il nostro punto di forza è il lavoro svolto assieme ai cittadini ramacchesi in questi anni: l’appoggio dei partiti ha arricchito la nostra coalizione di contenuti e progetti. La politica si fa con la politica, non credo al civismo senza punti di riferimento nei partiti e lontano dalle istituzioni. Il nostro senso di responsabilità lo dimostreremo se i ramacchesi ci daranno la fiducia per amministrare il paese, a prescindere dall’appoggio dell’onorevole Luca Sammartino.

La pulizia del territorio e i disservizi idrici sono due punti con cui i Comuni devono fare i conti. Da dove cominciare per far sì che non diventino emergenze?

«Il servizio idrico carente rappresenta la nostra prima priorità tra i tanti problemi da risolvere, è la prima cosa su cui interverremo. Realizzare una nuova rete idrica di adduzione e dotare di un impianto di energie rinnovabili le pompe di sollevamento delle acque, così facendo si ridurranno i costi in bolletta. Riguardo alla pulizia, posso dire che i nostri cittadini svolgono correttamente la raccolta differenziata, a parte qualche incivile con cui ci approcceremo utilizzando nuove tecnologie come un (servizio di video sorveglianza) per evitare il proliferarsi di micro discariche. Sicuramente si dovranno istallare un numero cospicuo di cestini per mantenere la città pulita, il resto sarà compito della che attualmente effettua il servizio di raccolta e spazzamento dei rifiuti, che eventualmente sarà monitorata affinché il servizio svolto sia ineccepibile. Il nostro obiettivo è incentivare i cittadini a fare la raccolta differenziata attraverso l’applicazione della tariffa puntuale sulla Tari, così ogni cittadino avrà la possibilità di pagare meno tasse e soprattutto pagare in rapporto ai rifiuti che produce».

Politiche sociali e d’inclusione. Molti abitanti dei Comuni hanno bisogno di sostegni e servizi: soggetti con serie difficoltà economiche, cittadini con disabilità e stranieri che hanno bisogno di essere integrati per non finire ai margini del tessuto sociale. Quali possono essere delle misure fattibili, considerando anche i problemi economici degli enti locali?

«Durante l’ultima amministrazione vi sono stati dei tagli nel capitolo servizi sociali, certamente gli enti locali non vivono sugli allori, ma è altrettanto vero che non si può far finta che non esistono determinate realtà, ove il disagio economici porta anche ad un disagio sociale. Abbiamo un quadro abbastanza chiaro del tessuto sociale ramacchese e questo ci permetterà di potenziare alcuni servizi facendo degli interventi mirati non solo per dare assistenza alle famiglie, ma attuando anche una politica del lavoro che permetta di reintegrare nella società i soggetti svantaggiati. Oggi assistiamo ad un decadimento culturale e sociale, su tutti ci sono i problemi legati alle dipendenze e al bullismo: piaghe che non possono passare inosservate. L’amministrazione comunale può e deve giocare un ruolo importante nella sensibilizzazione del problema, promuovendo un’azione forte attraverso la collaborazione ed il coinvolgimento delle diverse comunità religiose, le associazione di volontariato e culturali. Altro punto importante è quello dell’attivazione di uno sportello contro la violenza di genere ed in particolare contro la violenza sulle donne».

Una volta eletto, ci sarà un punto e un settore che affronterà immediatamente?

Oltre all’intervento sulla rete idrica di adduzione per ridare dignità ai cittadini ramacchesi, puntiamo sulla riduzione della tassa dei rifiuti e dell’acqua. La tassa sui rifiuti sarà modificata con l’applicazione della tariffa puntuale, mentre sull’acqua il nostro obbiettivo è quello di far pagare meno ed a consumo. Altro punto fondamentale del nostro programma è il completamento dei canali fognanti ,esso si lega ad un progetto ambizioso che potrà diventare il fiore all’occhiello della Sicilia, ovvero, l’implementazione del sistema di depurazione (depuratore) delle acque reflue, si prevede la costruzione di un grande invaso a valle che raccoglierà l’acqua depurata, successivamente verrà immessa nella rete irrigua dando la possibilità ai nostri agricoltori di attingerne nei periodi di siccità. Il completamente e miglioramento delle strutture sportive esistenti, nonché la costruzione di nuovi impianti sportivi e la realizzazione di nuovi spazi verdi. Realizzazione del centro comunale di raccolta dei rifiuti e restituire il mercato ortofrutticolo ai nostri agricoltori, nonché realizzazione di comunità energetiche al fine di abbattere dei costi dell’energia elettrica sia per le famiglie che per le strutture pubbliche».

NUNZIO VITALE 

Perché ha deciso di candidarsi? 

«Il problema principale di Ramacca è che il paese non ha visone, è senza prospettiva. È questo il risultato della situazione economica, sociale, lavorativa. Ci sono poche imprese, una fuga generalizzata dei giovani, un aumento della povertà senza precedenti. Di fronte a ciò la vecchia amministrazione non ha fatto nulla, se non litigare per interessi personali. Ed è per questo motivo che mi candido. Mi candido per ridare visione a Ramacca, per rilanciarla dal punto di vista economico e sociale. Torna a occuparsi della politica ramacchese».

La scorsa legislatura ha assistito dall’esterno alla sfiducia all’ex sindaco Limoli. Una volta sindaco, come fare per evitare che possa ripetersi nuovamente questa pagina?

Semplice, perché Bella Storia fonda la sua unione su un’idea nobile di compromesso. Il compromesso democratico, il compromesso che ha come obiettivo finale il rilancio di Ramacca. In politica esistono due tipi di compromesso: il compromesso per il bene comune e il compromesso per fini personali. Io credo che l’eccessivo protagonismo e/o l’eccessivo ostruzionismo di alcuni, dettato da interessi e dinamiche individuali, sia la causa del fallimento della precedente amministrazione. Se si ha un obiettivo comune, si possono discutere le modalità e trovare un compromesso per il bene di Ramacca. Se si hanno interessi individuali, che spesso prendono il sopravvento sull’interesse collettivo, allora il fallimento è alle porte. Per la squadra di Bella Storia, l’obiettivo è rilanciare Ramacca e le modalità sono state individuate nel nostro programma. Ad oggi vedo una squadra solida, proattiva ed aperta al dialogo. Ed io non sarò da meno. 

Ha il sostegno della lista Bella Storia, che vede l’incontro di militanti locali del Pd ed ex militanti della Lega. Crede che bisogna fare sintesi e mettere da parte la militanza politica per governare un Comune? 

«I militanti della Lega sono ormai ex militanti della Lega. Il gruppo è in realtà un gruppo civico. Oggi ci troviamo a fronteggiare anche il candidato della Lega in realtà e Fratelli d’Italia in realtà. Però, per tornare alla sua domanda, la mia risposta è sì. Bisogna andare oltre i colori di partito, sempre che sia possibile dal punto di vista umano e valoriale, e mettersi al servizio dei cittadini. Ho detto più volte che noi tutti ci presentiamo come militanti del partito Ramacca». 

La pulizia del territorio e i disservizi idrici sono due punti con cui i Comuni devono fare i conti. Da dove cominciare per far sì che non diventino emergenze? 

«Sui disservizi, gli interventi da eseguire devono mirare in primis al ripristino della continuità dei servizi essenziali ed alla tutela dei diritti fondamentali. Ramacca è sporca: sia il centro storico che i quartieri e le periferie. Per rendere Ramacca pulita abbiamo identificato alcune misure speciali e ordinarie da adottare entro dei termini ben definiti. Avviare un piano di pulizia straordinaria nei primi 100 giorni di mandato per spazzamento aree pubbliche e rimozione erbe infestanti Ciò sarà possibile grazie alla creazione di una task force composta da operatori ecologici, dipendenti comunali e forze provenienti dai servizi sociali, con il supporto delle associazioni del territorio, il potenziamento della spesa in beni e servizi per la manutenzione del verde pubblico, la promozione di sistemi di sponsorizzazione con aziende e cittadini per la cura di determinati spazi verdi. Il miglioramento del punto di raccolta ecologico di Ramacca dal punto di vista strumentale e organizzativo. Per quanto riguarda la rete idrica, l’intervento più efficace è quello di trivellare i pozzi esistenti così da renderli più capienti e ricchi di acqua. Chiaramente il singolo intervento non ha alcun senso se non viene calato all’interno di una strategia organica di lungo periodo volta a migliorare l’intera rete idrica interna ed esterna». 

Politiche sociali e d’inclusione. Molti abitanti dei Comuni hanno bisogno di sostegni e servizi: soggetti con serie difficoltà economiche, cittadini con disabilità e stranieri che hanno bisogno di essere integrati per non finire ai margini del tessuto sociale. Quali possono essere delle misure fattibili, considerando anche i problemi economici degli enti locali? 

«Il sostegno alla popolazione è fondamentale. Sono abituato ad ascoltare i problemi dei ramacchesi per la professione che svolgo, farlo come sindaco mi darebbe l’opportunità di risolverne alcuni. Abbiamo dedicato un intero capitolo del nostro programma alle politiche sociali con l’obiettivo di rendere Ramacca più attenta alle esigenze dei cittadini e più equa. L’amministrazione deve tutelare i soggetti più deboli attraverso la creazione di uno sportello comunale per l’ascolto e lotta contro la violenza minorile e di genere, così come di uno sportello dedicato all’ascolto delle richieste dei cittadini diversamente abili. Per quanto riguarda gli stranieri, abbiamo constatato che non soffrono problemi di integrazione sociale, per cui non abbiamo predisposto azioni ad hoc, ma saremo vigili nel monitorare che la situazione non cambi». 

Una volta eletto, ci sarà un punto e un settore che affronterà immediatamente? 

«Assolutamente sì. Cominceremo da pulizia, sicurezza ed efficientamento energetico dandoci delle scadenza ben precise. Piano di pulizia straordinaria nei primi 100 giorni di mandato per Ramacca pulita. Installazione di videocamere nei punti sensibili del paese per rafforzare la videosorveglianza nei primi 100 giorni di mandato, come gli ingressi del paese, l’area cimiteriale, i luoghi di interesse e della movida. Efficientamento energetico del sistema di pompaggio della rete idrica, dell’illuminazione urbana e degli edifici comunali nei primi 2 anni di mandato. È chiaro che le commissioni interne al consiglio avranno il compito di portare avanti tutti i punti di programma al fine di raggiungere gli obiettivi a fine mandato. Il sottoscritto si pone come garante e responsabile del programma politico per Ramacca».

L’elenco di tutti i Comuni al voto.


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