Gara rifiuti, l’Anac chiede precisazioni al Comune Il bando è lontano ma la proroga sta per scadere

Dieci, quindici giorni. Ancora. La gara settennale per la raccolta dei rifiuti del Comune di Catania resta all’orizzonte e sembra non avvicinarsi mai. Il tempo scorre e, nel frattempo, la proroga alla ditta Dusty è in scadenza. All’inizio di giugno Palazzo degli elefanti dovrà di nuovo discutere cosa della spazzatura cittadina: se prorogare ancora alla Dusty o trovare un altro metodo per garantire la salute pubblica. Del resto, lo ricorda il capitolato d’appalto della gara ponte, si tratta di «servizi pubblici essenziali e costituiscono attività di pubblico interesse. La loro erogazione, anche in forza del principio di continuità, non può essere sospesa o abbandonata per nessun motivo, salvo comprovati casi di forza maggiore». E la stazione appaltante, cioè il Comune, ha facoltà di prorogare il contratto finché non siano terminate le procedure di scelta di un nuovo contraente

La questione, però, si fa più ingarbugliata se si pensa che il maxi-bando dei sette anni non è stato pubblicato: i documenti erano stati inviati all’Anac a metà maggio, ma l’Autorità nazionale anticorruzione non ha dato alcun placet. Ha, invece, rimandato indietro le carte chiedendo alcune «puntualizzazioni» rispetto ai documenti di gara. Palazzo degli elefanti, dal canto suo, non ha ancora risposto e i giorni si accavallano. Spiega l’assessore all’Ecologia Fabio Cantarella: «Hanno chiesto alcuni documenti. L’impianto complessivo della gara, però, è stato approvato: quindi la formulazione, la divisione in quattro lotti e la ripartizione della città. Insomma, dovremo sistemare solo alcune sciocchezze». 

Sembra, intanto, che Energetikambiente, la subappaltatrice di orbita Aimeri ambiente che condivide con la ditta Dusty l’onere di ripulire la città, abbia manifestato qualche fastidio. «Abbiamo chiesto chiarimenti a proposito delle cifre che ci devono ancora essere versate e che sono finite in mezzo alla procedura di dissesto», dichiara a MeridioNews il ligure Davide Bianchi, amministratore delegato dell’impresa. «Comprenderà – continua Bianchi – che per un’azienda trovarsi a iniziare un lavoro a settembre e vedersi coinvolti nel dissesto a dicembre non sia motivo di tranquillità». Sarebbe questa preoccupazione al centro di una lettera inviata da Energetikambiente, nei giorni scorsi, a Dusty e all’amministrazione comunale. 

«Non siamo indietro con i pagamenti del 2019 – puntualizza Cantarella – Ne mancano alcuni relativi al 2018, di cui però si deve occupare l’organismo straordinario di liquidazione». A confermare le sue affermazioni ci sono i documenti pubblicati sul sito dell’amministrazione: la determina di liquidazione del mese di marzo (su fattura inviata il 31 del mese) è datata 3 aprile 2019. Qualcuno sostiene che la subappaltatrice abbia minacciato di mollare Catania, ma Bianchi ridimensiona la faccenda: «Con la scadenza a brevissimo, abbiamo bisogno di risposte». E sono arrivate? «Chieda a Dusty». «Non so ancora nulla», dichiara Rossella Pezzino De Geronimo, titolare dell’azienda appaltatrice.

A tre anni di distanza dalla scadenza dell’ultima gara d’appalto pluriennale, sembra che Catania non riesca ancora a uscire dal tunnel dell’immondizia. Dall’affidamento a Ipi-Oikos in poi, a segnare la storia dell’igiene urbana cittadina sono state le proroghe unilaterali disposte dall’amministrazione (quella vecchia guidata dall’allora sindaco Enzo Bianco) e le gare ponte. La prima, vinta da Senesi ed Ecocar, è finita nelle carte dell’inchiesta anticorruzione della procura di Catania denominata Garbage affair: per quella vicenda sono stati condannati (per patteggiamento) l’ex ragioniere generale Massimo Rosso, l’ex responsabile del contratto Orazio Fazio e il titolare di Ecocar Antonio DeodatiDopo le elezioni comunali di giugno 2018, il sindaco Salvo Pogliese e la sua giunta avevano promesso un cambio di passo. Che però si è tradotto in una proroga alla Dusty, impresa che aveva partecipato a una seconda gara ponte e l’aveva vinta da unica contendente. Adesso, a un anno dalle consultazioni amministrative, la storia appare uguale a sé stessa.


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